
Ho appena finito di leggere un articolo talmente cretino che fatico a credere di non averlo scritto io. Secondo l’autrice, contro la quale intendo rivalermi per plagio di quoziente intellettivo scarso, le donne assumerebbero alcol per motivazioni meramente sociali. E siccome l’alcol è una brutta bestia, rischiano l’alcolismo solo per sganciare un freno a mano tirato.
La solita storia: il maschio turbo beve vino e distillati di pregio per interesse e autentica passione, mentre noi femmine dobbiamo sistemare una questione di inadeguatezza tra un ragù da rimestare che sennò s’attacca alla pignatta, una montagna di panni da stirare e una tinta fai da te che delude la promessa di brillanti nuance color zafferano di Navelli.
Beviamo per aprirci al prossimo, a quanto pare, per conoscere e apparire brillanti, per vincere il pudore di confidare alle amiche che nostro marito non ci sfiora da anni o per trovare una scusa quando la diamo via la prima sera che non sta bene ed è pure demodé.
Tutte boiate! I maschi e le femmine bevono per ragioni assolutamente identiche, nonché per il sano piacere di bere. Se proprio vi dovesse capitare di aver alzato un po’ il gomito vi basterà seguire queste 5 semplici regolette. Testate sul campo.
1. Reggete l’alcol?
È sufficiente una birra Corona a farvi vedere gli elefantini rosa? Cambiate ramo, l’alcol non fa per voi. All’estremo opposto, se dopo mezza bottiglia di vodka siete in grado di ripetere la cantilena della trasferta a Trento dei trentatrè trentini trotterellanti (sai che impresa, stavano già in zona!) offritevi a uno specialista in materie plastiche che, di certo, vorrà capire di che materiale è fatto il vostro fegato. L’organo potrebbe tornar buono anche per bonificare il golfo del Messico dopo l’esplosione di una piattaforma petrolifera e le cause sono riconducibili, come sempre, alla vostra infanzia e a quei maledetti Boeri incartati di rosso. Si vinceva facile, si vinceva troppo, a distanza di anni lo possiamo dire. Con un solo Boero gravido di alcol puro se ne vincevano cinque e a multipli di cinque si fa presto a fare i conti e a confrontare i risultati con quelli delle transaminasi; un pessimo imprinting per fegato e psiche, ecco perchè il governo li ha fatti sparire.
2. Socialità
Se arrossite solo a udire la parola nudo, smettete subito di leggere questo post perché aveva ragione la madre badessa nel raccomandarvi di prendere i voti con la massima urgenza. L’alcol abbatte le barriere e soprattutto amplifica le caratteristiche della nostra personalità. Quindi se dopo un bicchiere di vino la offrite a cani e porci è colpa dell’alcol ma eravate un po’ zoccole anche prima.
Prevedete inoltre che i toni, da ebbri, si possano alzare ed è un attimo che una carezza diventi una pacca, un complimento si trasformi in doppio senso e una semplice divergenza di opinioni declini in una minaccia ridicola di querela se non addirittura in un cazzotto sul terzo occhio.
3. Sesso
Fate in modo che lui beva meno di voi visto che deve guidare e, una volta giunti a casa, fare qualcosa per il vostro benessere. Ricordate inoltre che l’alcol, oltre a renderci più disponibili, migliora la percezione estetica del prossimo ma è una condizione temporanea e reversibile proprio come la sbornia; quindi occhio perché un conto è avere scheletri nell’armadio, altro è trovarseli dentro al letto.
4. Elettronica di consumo
Dopo una cert’ora e un elevato numero di bicchieri, se non avete raccattato niente di meglio per chiudere la serata, spegnete smartphone e tablet e contate fino a cento prima di telefonare, chattare, twittare e via dicendo. Nel dubbio ripetete come esercizio di verifica la storiella dei 33 trentini. Siamo sempre tutti connessi e può capitare che la rete vi imprigioni come sardine, un vero e proprio boomerang. Da ebbri si scrive male, si eccede nelle dichiarazioni, si cade nel buonismo strappacore, si sparano minchiate e progetti del grappino che con un semplice click possono raggiungere la persona sbagliata e una volta che la frittata è fatta c’è poco da recuperare: l’elettronica di consumo ci saluta col gesto dell’ombrello e lascia a noi l’intera gatta da pelare.
5. Effetti collaterali
Mentine in borsetta pronte a intervenire sull’alito da nonno trinchetto. La caramella Fisherman, in barba al nome che tutto evoca tranne l’accostamento a gradite aulenze, è decisamente la più potente ed efficace, soprattutto se il vostro interlocutore aveva già in animo di schiarire i capelli. Il cocktail parasbronza più diffuso prima di coricarsi è un mischione di bustine analgesiche/antinfiammatorie e gastroprotettori sciolti insieme in mezza bottiglia d’acqua, da consumare un po’ per volta durante la notte quando vi svegliate con una palude in bocca e il dubbio legittimo di aver bevuto le valli di Comacchio. In alternativa, la mattina seguente, prima di chiamare una squadra bonifiche per sistemare quella brutta faccenda della melma in bocca, preparatevi un Bloody Mary (daje!): pare faccia miracoli in casi di over drinking.
[Fonte: HuffPost Women]